La fiction italiana by Milly Buonanno

La fiction italiana by Milly Buonanno

autore:Milly Buonanno [Buonanno, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858103654
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2011-12-31T16:00:00+00:00


7. Poliziesco corale

L’abbondanza televisiva degli anni Novanta e dei primi anni Duemila ha coinciso con una fase di pienezza anche per la serie poliziesca. Il genere ha conosciuto una fioritura senza precedenti, e i segni dell’abbondanza si sono manifestati nella stessa arena protagonistica, poiché l’eroe individuale o la coppia investigativa hanno ceduto il posto al protagonismo corale della comunità dei caratteri.

All’ingresso nel Duemila, prima La squadra (RAI Tre, dal 2000, ispirato all’inglese The Bill) e subito dopo Distretto di Polizia (Canale 5, dal 2000) hanno aperto la strada al poliziesco corale. Al pari di analoghi prodotti americani ed europei, le due serie sono incentrate su un ambiente professionale – il commissariato di un quartiere periferico metropolitano – e sulla struttura delle relazioni funzionali e personali fra i membri della squadra.

Non è stato esattamente l’avvio di una nuova fase, piuttosto una diramazione della precedente che ha portato tra l’altro a compimento il processo di mimetizzazione dell’eroe. Il protagonismo corale è un concentrato dell’eroismo mimetico, una tappa avanzata del percorso di riconduzione dello statuto dell’eroe ‘al nostro livello’. Vi trova realizzazione e riconoscimento, qualcosa di simile a una democrazia o eguaglianza delle opportunità eroiche, opposta all’egemonia dell’eroe individuale. Nessun commissario Montalbano o maresciallo Rocca, accentratrici figure di leader ironici, si stagliano sullo sfondo di distretti di polizia o stazioni dei carabinieri abitati da microcomunità di caratteri: gruppi orizzontali dove il personaggio centrale, se c’è, non riveste comunque lo statuto sovraordinato e privilegiato del ‘solo’ ma del primus inter pares. Non c’è più bisogno di ricorrere a strategie ironiche per accreditare l’umana medietà dei comuni eroi del quotidiano.

Non a caso, queste microcomunità finiscono talvolta per sviluppare al loro interno legami di mutualità affettiva e sistemi di relazione di tipo familiare, assumendo la forma della work-family: una famiglia che non si fonda sui legami di sangue e di affinità parentale né sulla co-residenza negli stessi spazi domestici, ma sui rapporti di colleganza e di cooperazione, che generano intimità e affetti fra estranei destinati a condividere spazi, tempi e pratiche di lavoro. Nella fiction americana la work-family è comparsa negli anni Settanta, e ha funzionato come alternativa alla famiglia vera, fantasizzazione di un’isola di relazioni affettive e cooperative all’interno delle organizzazioni, nella quale trovare rifugio e risarcimento dalle crescenti tensioni della vita familiare (Taylor, 1991). Nel poliziesco italiano la work-family è piuttosto una ‘seconda famiglia’, un tessuto relazionale non alternativo ma aggiuntivo; oppure, come spesso accade, tra work-family e famiglia vera si creano zone, potenziali o attualizzate, di intersezione e di sovrapposizione, ogniqualvolta ad esempio la coppia amorosa o coniugale si costituisce e viene contestualizzata nello stesso ambiente professionale.

Primo dei polizieschi corali italiani, La squadra per la verità non dà luogo a un ‘gruppo di famiglia’ in un interno di commissariato; la dimensione privata, sia nei tempi e negli spazi del lavoro condiviso, sia nei tempi e negli spazi extralavorativi, è stata tenuta sottotraccia in questa serie che è stata davvero l’unica a porsi in forte alterità rispetto alle convenzioni del poliziesco all’italiana. Declassando la



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